Ci pensavamo da tanto a comprare un piccolo drone per fare
riprese aeree, ma io ero fortemente indeciso, come mi succede sempre prima di
un acquisto “importante” :-)
Ero diviso fra il Parrot Bepop 2 e il DJI Phantom 3Advanced.
A favore del secondo la qualità della videocamera, significativamente superiore.
A favore del primo diverse cose, la principale delle quali la sua trasportabilità, in relazione alle dimensioni ridottissime.
E per Mariella il potercelo portare con noi in viaggio per riprendere i posti dove andremo era una priorità non negoziabile.
Ero diviso fra il Parrot Bepop 2 e il DJI Phantom 3Advanced.
A favore del secondo la qualità della videocamera, significativamente superiore.
A favore del primo diverse cose, la principale delle quali la sua trasportabilità, in relazione alle dimensioni ridottissime.
E per Mariella il potercelo portare con noi in viaggio per riprendere i posti dove andremo era una priorità non negoziabile.
Ma rinunciare a qualcosa e, in particolare, a una migliore
qualità delle riprese “mi costava”.
Nei giorni scorsi Mariella ha rotto i miei indugi e nel
pomeriggio di sabato 6 agosto ho ordinato il nostro Bepop 2 in un sito di
e-commerce.
Spedito martedì e arrivato a casa nostra puntualissimo la
mattina di giovedì 11.
Subito abbandonati i buoni propositi di provarlo con calma
in uno spazio adeguatamente ampio e subito messo in volo nel salone di casa.
Provando a pilotarlo con l’Ipad, primo tragico incidente
contro la vetrina del salone medesimo. Ma per fortuna nessun danno :-)
Nel pomeriggio, come programmato dal momento del click di
acquisto su internet, primo volo “vero” ad Acicastello.
Appuntamento lì con il nostro carissimo amico Turi (e una sua amica), che
nello stesso luogo la settimana prima aveva provato il suo Phantom 3 Standard.
Io emozionatissimo e terrorizzato dalla missione da
compiere.
Le dimensioni del Bepop 2, infatti, sono tali da fare
apparire inverosimile che possa davvero volare e farlo in maniera stabile e
sicura a molta distanza dal pilota.
L’istinto, quindi, sarebbe di farlo volare “basso e vicino”
:-)
Capisco che si tratta di un problema “psicologico” e decido
di ignorare le paure e … partire!
Imitando alcune inquadrature di un bellissimo video che si
può vedere a questo link - e che riporto qui sotto - punto verso il Castello e faccio alcune prove di pilotaggio.
Le prove in questione sarebbero molto semplici se l’obiettivo
fosse solo quello di condurre il drone, ma in questo “gioco” il volo è legato
alle riprese e bisogna imparare a pilotare in maniera che non solo il drone
faccia ciò che gli ordiniamo, ma – per certi versi soprattutto – che il suo volo produca inquadrature e immagini meritevoli di essere riviste.
Trovo il coraggio anche di sperimentare due tonneau e un
looping, che non servono a nulla, ma danno l’idea che questo dronino è incline al divertimento.
Provo il sistema di ritorno automatico. Fantastico!!! Il drone ritorna sul punto di decollo con una sorprendente precisione millimetrica.
E, infine, faccio atterrare il nostro nuovo giocattolo.
Emozione grandissima.
Grande divertimento.
Soddisfazione per l’acquisto.
Questo piccolo drone, infatti, è veramente sorprendente.
Stabilissimo e obbediente.
La qualità delle riprese è ottima, considerato il fine al
quale sono destinate: l’emozione è tutta per le inquadrature e per il nuovo “punto
di vista” della telecamera.
Il miracolo, ovviamente, lo fa l’elettronica, che nel caso
di specie consiste in:
- Una telecamera a stabilizzazione verticale che scatta
un’immagine del terreno ogni 16 millisecondi e la confronta con la precedente
per determinare la velocità di Bebop 2.
- Un sensore a ultrasuoni che analizza l’altitudine di volo fino
a 5 metri e si completa con un sensore di pressione.
- Un sensore di pressione che misura la pressione
atmosferica e analizza l’altezza di volo oltre i 5 metri.
- Un giroscopio a tre assi che misura l’angolo
d’inclinazione del drone.
- Un accelerometro a tre assi che misura la posizione del
drone e la velocità lineare.
- Un magnetometro a tre assi che aiuta a definire la
posizione del drone, come se fosse una bussola.
- Un chipset (GNSS) che associa i dati GPS e GLONASS e
geolocalizza il drone aiutando a misurarne la velocità, mantenendolo stabile
anche ad alta quota.
Qui sotto alcune foto, un montaggio video con una sintesi del primo volo, un bellissimo montaggio di Anthony Ehret e un video pubblicitario di Parrot. Il video del volo con la telemetria è di qualità inferiore al video
originale, perché il software che sovraimprime i dati (il Virb di Garmin) lo salva in una qualità
meno soddisfacente.
Altra cosa fantastica è che il drone invia all’Ipad tutti i
dati del volo e l’app dell’Ipad, non appena si collega a internet, li archivia
in un cloud.
Ancora da provare le modalità “follow me” e “flight plan”,
delle quali ci sono decine di video su Youtube.
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